Concorso "Le città di Berto"

                          città di Berto

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PREMIO LETTERARIO SCOLASTICO INTERPROVINCIALE “LE CITTA’ DI BERTO” 2017

Niccolò Antonio Favaretto, della classe 5B del Liceo linguistico, ha vinto il

primo posto per la sezione “Poesia” con

 “ ODE AL CAFFE’”

e il secondo posto per la sezione “Racconto breve” con il racconto-flusso di coscienza

“PRONTO SOCCORSO”

I lavori dei partecipanti sono stati valutati dalla giuria, presieduta da Emilio Lippi, Direttore delle Biblioteche e dei Musei di Treviso, e formata da Patrizio Rigobon, docente di Catalano all’Università Cà Foscari, Luciana Ermini, direttrice dell’Eco di Mogliano e dai docenti Diego Bottacin (membro esterno), Giorgio De Conti, Alessandra Visentin e Stefano Stringini (membri interni). Segretario del Premio, la professoressa Gabriella Ferman.

Leggi le sue opere.

 

POESIA PREMIATA AL PRIMO POSTO

ODE AL CAFFÈ

« Vous embrassez l’aube d’hiver

quando i neon della cucina ancora

stropicciano i pulviscoli della trascorsa

notte e di là delle finestre non si distingue

che qualche torbido cipresso – tu nasci

terrigno senza massa nelle dritte curve

del metallo di tua madre e non sai

di sorgive grana avvitamenti molli

– solo sai del tacito spumeggiare in cima

all’obelisco che ti plasma denso

velino crespo profondo. Chiami

(d’un tratto) la tua voce – eco del fuoco –

spiritosa d’oltretomba come la risata

di un’amica d’infanzia. Io vengo, ti stringo,

e come bronzo coli nella mia corolla.

               È tuo il più bel bruno che sa di casa,

di lacrime ingoiate, di vespri estivi

sulle volte delle vigne.

               È tuo il più fresco profumo di carni

amare e cascine di montagna.

Sorge il mondo all’orizzonte di una pallida

vita – e sorgo anch’io umano fragile

memore ad ogni alba del primordio

del tuo gusto.

 

RACCONTO BREVE PREMIATO AL SECONDO POSTO

PRONTO SOCCORSO 

               Oh santo cielo no ti prego no no no mio Dio dimmi che non è vero

AH AH AH – è una risata fragorosa – se rido è perché sto pensando: ti sembra il momento di ridere? Il momento di pensare? Sì no. Stai pensando al pensiero! E ora pensi al pensiero del pensiero come una matrioska o le scatole cinesi che nominava tanto quel pittoresco professore di matematica caro mi manca in un certo senso – che poi non ne scriverai mai e ogni volti ti riproponi di scriverne non è così?

Basta con queste scemenze oh mio dio santo cielo cosa vedo? AH AH è una scena irreale mi pare una commedia dell’assurdo (o non commedia: dramma) forse Ionesco non saprei dire. È bello che la realtà ci regali momenti di insensatezza forse no forse siamo noi a crearceli e dipingerceli e velare di paradossalità i noiosi drammi (vedi sopra a proposito un anello) della desuetudine quotidiana. Dovremo chiedere a Maupassant? ... Magari fosse ancora possibile – magari fosse mai stato possibile – o magari meglio così, tutto qua.

Su, proviamo ad analizzare qui questa vista: spazio scuro adombrato grigio e nero di geometrie scalari ripetute una due tre quattro cinquanta volte a rettangoli rivoltolati e stesi su una griglia prospettica e discendente giù giù giù nella polvere e un fascio trapezoidale di luce da una porta nascosta tangente per un lato alla testa di Alberto. LA TESTA DI ALBERTO! Rotta? Lussata? Scheggiata? Frantumata? Spappolata? Oh mio dio no no no che paura che fare? La testa l’ho vista nel tempo che rotolava tra i tessuti aggrovigliati giù per i gradini pam pim pam – perché quel prof parlava di scatole cinesi? – e le gambe impacciate e valghe affusolate un po’ graniticamente, una massa non massa come il Dinamismo di Balla – ecco la realtà nell’arte della realtà: straordinario, ah ah! Si è decisamente fatto un bel po’ di rotoloni rimbomboni scapestroni

               Non si muove.

È vivo? Non è vivo? respira Morto no non può essere sarebbe inverosimile e neanche di quel verosimile del vero cioè anche succedesse non succederebbe davvero (non può essere morto) perché per me non esiste punto e basta e la realtà è una mia rappresentazione. Ricordo – che pochezza di pensiero, caro – quando mi chiedevo che volesse dire “romantico” r-o-m-a-n-t-i-c-o sembra pazzesco proprio inutile come starsene sulla baie di Gibilterra senza la fidanzata e senza proposte di matrimonio chi ti potrebbe mai dirti di Sì? Nessuno. Alberto? Fortuna o sfortuna sì mi deve rispondere “Sei vivo?” anche se a dirla tutta non è sotto la mia tutela o responsabilità: i genitori si preoccupano di queste cose – non io – se beccano un tuo amico ubriaco vanno su tutte le furie e scende anche il Padre Eterno però ricordo quella sera che c’era ancora la sagra qui in paese che momenti di gloriosa poesia! a casa abbiamo bevuto – così bello e le luci tra le giostre siùn trìn spàk flash come gabbiani intorno a una zattera di pesci putrefatti e poi conoscenze la Giada e la Elena chi se le ricordava? ma ci stava ci stava comunque, che bello: era estate gli amici le stelle i fili d’erba duri sulla schiena il rumore del fiume stagnante e i gatti notturni come spettri di vecchi amanti

               E ALBERTO?!

Sa*gue no ti prego è un’ombra sì sì sì è un’ombra o non lo so capelli sparsi come quelli di Laura ma non d’oro o che so io o che sa lui o che sappiamo noi tutti in generale: capelli nerastri potrebbe essere. Basta devo scendere giù è un’emergenza – però chissà come si scendono davvero le scale voglio dire come il galateo o il bon ton ci insegnerebbe a scenderle: devo guardare avanti posso guardare i gradini devo tenere le braccia lungo i fianchi posso tenere il corrimano se sì come con quante dita una due tre e poi solo coi polpastrelli? Proviamo io sento che una principessa farebbe proprio così Udite udite arriva la Principessa! Ah ah ah Su lo sguardo giù coi passi o no! meglio di no ché sennò poi ti rabalti anche tu sarebbe il colmo o una ironica tragedia povera umanità. Scendi in sicurezza allora mio dio davvero ti immagini se morissi così all’improvviso? – improvviso – no preavviso – dicono sia la morte migliore: forse sì psicologicamente ma poi non ti puoi neanche preparare magari sei vestito come uno straccione e pieno di rimpianti desideri soffocati già … tin tin bisogna farsi immortali e prepararsi per morire in un modo o nell’altro lo dicevano tanti insomma penso a Foscolo Keats Jiménez altri

               Momento della resa: verità o nulla, è esclusa ogni finzione ogni pretensione. Smettila di non crederci è così e non può essere diversamente e non è neanche colpa tua né sua – una svista ecco si è trattato di una svista niente di che. Però che svista! Ah ah – ancora ridi? Il riso abbonda … il riso abbonda … battute stupide e ritrite come le parole che amava Saba bene o male. C’è gente che passa per la porta: viene dalla palestra chissà se fuori fa freddo o caldo – hanno i giubbini addosso ma non si sa mai magari loro soffrono particolarmente il freddo ma io no io non avrei bisogno della giacca. LA GIACCA

               Oh santo cielo no ti prego no no no mio Dio dimmi che non è vero

La giacca cazzo dove l’ho lasciata che c’avevo il portafoglio dentro dddddiiiiiiioooooo dovrei sempre portarla con me sapere dov’è almeno al sicuro e invece … in bagno no in classe improbabile in portineria possibile in spogliatoio auspicabile. Devo ritrovarla punto e basta è imperativo devo correre e avevo pure soldi in portafoglio non tanti ma comunque e i documenti i documenti servono a un sacco di robe procedure burocrazia se me li fregano sono perduto e magari li usano per spacciare droga criminali del diavolo – dov’è la responsabilità? sono più sbadato della sbadataggine, sono un maledetto ecco cosa sono e la mia famiglia mia madre che penseranno di me …

               Si muove – uuh aah la testaaah sembra lo sfiatatoio di un vecchio capodoglio agonizzante o no? Melville lo saprà …

Alberto alberto tutto bene? Ti sei fatto male da qualche parte?

               Uuh aah e avanti si massaggia la testa come si fosse sconquassato in poltiglia i neuroni e credo bene, povero, ma che divertente ah ah. Tieni il mio braccio lazzaro alzati e cammina: siamo nati per morire, ma prima continuiamo a vivere un po’.

Tutto bene tutto bene ? ti sei rotto nulla chiamo qualcuno ?

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