Intervista ad Anna Vio docente di Inglese nel nostro Liceo

 

intervista ad Anna Vio

 

Intervista ad Anna Vio

Maratoneta diversamente runner

«Ho imparato a superare limiti che ritenevo invalicabili»

 

Non si direbbe, eppure. Anna Vio, 55 anni, docente di lingua inglese, al liceo G. Galilei e all’istituto tecnico M. Lazzari, colpita 17 anni fa da una sclerosi multipla che la costringe a muoversi in una sedia a rotella, è… una maratoneta! Pratica questa disciplina da due anni, assieme al fratello Giovanni, maratoneta da 7 anni. Ma prima di passare all’intervista vera e propria, i suoi dati anagrafici: Anna Vio, classe 1968, vive a Dolo. È sposata e ha un figlio di 17 anni, di professione fa la docente di inglese. La Venice Marathon che parte da Stra e arriva a Venezia in Piazza San Marco, coprendo la distanza dei 42 km e 195 m, l’ha già fatta due volte realizzando anche un video sulla impresa, portata egregiamente a termine assieme al fratello Giovanni.

Anna, quando hai scoperto questa passione per la maratona?

«Ho sempre praticato sport nella mia vita, prima di essere colpita dalla malattia giocavo a basket, poi trovandomi nelle condizioni attuali credevo che per me fosse tutto finito. Mi ero rassegnata a vedere lo sport in televisione».

Ed invece…

«L’input mi è stato dato da mio fratello Giovanni che mi ha fatto scoprire di avere ancora la possibilità di godere delle emozioni che lo sport sa offrire. Corriamo assieme e lui fa lo “spingitore”, mentre io cerco di agevolare la sua fatica spingendo per alcuni tratti con le braccia. Facciamo un tandem in gioco di squadra. Giovanni, pure lui maratoneta, è bravissimo e anche molto tecnico. Mi ha costruito una sedia a rotella con le caratteristiche funzionali al movimento delle mie braccia. Sono molto aiutata anche in famiglia dove sperimento la più totale comprensione verso quello che faccio».     

Quali sono state le difficoltà maggiori che ha dovuto superare?        

«In un primo tempo, stante la mia situazione, credevo di trovarmi di fronte a dei limiti oggettivi insuperabili. Mi sentivo del tutto inadeguata. Un po’ alla volta non mi è sembrato neanche vero di riuscire ad andare oltre a ogni mia previsione. Correre alla Venice Marathon, usando solo la forza delle mie braccia, assieme a mio fratello Giovanni, se qualcuno me lo avesse prospettato, non ci avrei mai scommesso di arrivare a tanto. A volte mi deprimo, perché la malattia mi limita in molti aspetti della mia vita quotidiana, mi sento giù di morale ma gli allenamenti che faccio con Giovanni mi danno molta forza e autostima».

Quante volte vi allenate alla settimana? Che tempi avete in maratona?

«Se non ci sono problemi usciamo dalle due-tre volte la settimana. Durante l'anno partecipiamo ad alcune mezze maratone poi ad ottobre abbiamo chiuso la Venice Marathon in 4 ore e 15 minuti».

Cosa significa per Anna Vio correre come diversamente runner?

«Da quando ho iniziato a correre la mia vita è cambiata moltissimo. Ho acquisito una maggiore sicurezza sulle mie capacità fisiche e soprattutto il cambiamento è avvenuto a livello interiore innalzando enormemente il mio stato vitale. Mi dà molta gratificazione anche solo pensare che la mia situazione possa dare coraggio e fiducia a molte persone che si trovano in una condizione uguale alla mia. E poi se posso aggiungere…». 

Prego faccia pure, aggiunga…

«… al termine di ogni allenamento la stanchezza che mi sento addosso mi regala un grande benessere. Quando faccio questo sport cerco di godermi ogni istante della corsa: il silenzio, la strada, i passi degli altri maratoneti, il rapporto che vivo con la natura, il paesaggio… mi donano sapori ed emozioni stupende».

Da quando ha iniziato a correre ha percepito qualche cambiamento a livello di condizione fisica?

«Sì. Sono cambiate molte cose. Anzitutto la muscolatura delle mie braccia è vistosamente aumentata, ma ho anche rinforzato gli addominali e quindi la capacità di tenere il busto eretto. L’avanzamento della mia malattia sembra essersi rallentato. Da due anni, ad esempio, il mio quadro clinico non è peggiorato. Questo risultato credo di doverlo proprio alla corsa».      

Prossimo obiettivo sportivo?

«Il sogno che coltivo da maratoneta è quello di partecipare alla Maratona di New York, che dicono essere una delle più belle al mondo. Ma mi accontenterei anche solo di presenziare alla Maratona di Roma prevista nel mese di marzo 2024. Mentre alla maratona di Venezia 2024 io e Giovanni siamo già iscritti».

Non si direbbe. Eppure! Complimenti Anna, complimenti Giovanni!

Patrizio Zanella   

Allegati

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