Litania alla città di Dolo

Nota di accompagnamento 

Nel secondo anno la programmazione annuale di italiano prevede la conoscenza (intesa come capacità di lettura e analisi) del testo poetico.

Com’è noto, determinante, all’interno della struttura del testo poetico, è la rima: non solo per la sua capacità di “formare” la poesia, ma soprattutto per la sua capacità di associare, in virtù dell’uguaglianza del significante, parole che hanno significati diversi.

Ne consegue che la rima è una straordinaria produttrice di immagini: da questa constatazione siamo partiti con le ragazze e i ragazzi della 2F.

Abbiamo quindi preso un testo modello, un unicum della produzione letteraria italiana: si tratta di Litania, dedicata alla città di Genova da Giorgio Caproni.

La litania in sé sarebbe un genere di matrice religiosa consistente in un’invocazione, in forma di supplica, a Dio, alla Madonna o ai Santi cui rispondono i fedeli: per esempio il Rosario.

In realtà Caproni la dedica alla sua città più amata, appunto Genova, che il poeta descrive attraverso una lunga serie di immagini. Si tratta di ben 152 quartine a rima baciata, per un totale di più di 600 versi, in cui l’autore celebra luoghi e caratteristiche della città ligure, anche con tratti biografici. Ne postiamo l’inizio:

 

Genova mia città intera.

Geranio. Polveriera.

Genova di ferro e aria,

mia lavagna, arenaria.

 

Genova città pulita.

Brezza e luce in salita.

Genova verticale,

vertigine, aria, scale.

 

Genova nera e bianca.

Cacumine. Distanza.

Genova dove non vivo,

mio nome, sostantivo.

 

Genova mio rimario.

Puerizia. Sillabario.

Genova mia tradita,

rimorso di tutta la vita.

  

Su questo modello hanno lavorato i ragazzi e le ragazze della 2F. Dapprima divisi in gruppi costituiti in base al paese di provenienza, hanno scritto una litania appunto dedicata al proprio paese. Hanno così composto e letto litanie di Oriago, Stra, Padova e via dicendo. Questa fase serviva a esercitare gli studenti partendo da ciò che meglio conoscono. Poi ci siamo concentrati sulla città di Dolo. La base di partenza del lavoro comune è stata quanto aveva già compiuto il gruppo degli studenti dolesi: si trattava di una piattaforma di una quindicina di quartine. Da lì in poi, la classe intera ha lavorato sulla Litania cercando di evidenziare gli elementi più caratteristici del paese, facendo anche qualche breve ricerca su internet per conoscere meglio alcuni elementi della storia e della cultura dolese. Poi, sempre insieme, hanno cercato di limare i versi, di espungere quelli meno riusciti, di togliere i doppioni, di rendere ancora più efficaci quelli che sembravano debolucci. Hanno così sperimentato come il lavoro del poeta sia molto simile a quello di un paziente e bravo artigiano. La fase finale è stata riordinare in sequenza le molte immagini, gli odori, i sapori e le storie che le rime e l'orecchio dei ragazzi avevano associato.

 

Prof. Andrea de’ Martini di Valle Aperta

Litania alla città di Dolo.pdf